Uso telefonino in carcere, il ministro conferma l’inchiesta per Alfieri
Accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti. Su questa ipotesi di reato è in corso un’indagine della Procura di Salerno, allo stato coperta da segreto istruttorio, su presunti contatti che potrebbero esserci stati tra il presidente della Provincia e sindaco di Capaccio Paestum, Franco Alfieri, con l’esterno, quando quest’ultimo era recluso nel carcere di Fuorni. Il procedimento è stato iscritto a modello 21, ovvero contro persone note. E’ quanto emerge dalla risposta del Ministro della Giustizia Carlo Nordio, ad una interrogazione presentata dal senatore salernitano di Fratelli d’Italia Antonio Iannone. L’ipotesi di reato riguarda l’articolo 391 ter, che prevede una pena da uno a quattro anni per chi indebitamente procura a un detenuto un apparecchio telefonico o un altro dispositivo utile ad effettuare comunicazioni oppure che comunque ne consente l’uso all’interno di un istituto penitenziario. Nordio conferma che, appena si è diffusa la notizia, il Comandante di reparto della Casa circondariale di Salerno, per verificare la presenza di dispositivi telefonici, aveva effettuato una perquisizione ordinaria dell’intera sezione di transito videosorvegliata, dove Alfieri era stato collocato sin dall’inizio della sua detenzione e dove poteva avere contatti solo con un numero limitato di ristretti. La perquisizione, svolta sui detenuti sia manualmente sia mediante l’utilizzo di un metal detector, diede esito negativo. E dunque, non essendo stati rilevati atti o comportamenti anomali, non furono intraprese ulteriori iniziative. Inoltre, dalla nota del DAG (Dipartimento Amministrazione Generale) del 7 novembre 2024 è emerso che, con nota del 28 ottobre 2024, il Procuratore di Salerno ha riferito che, in relazione agli accertamenti richiesti dal senatore Iannone fino alla scarcerazione di Alfieri, disposta dal Tribunale per il Riesame, non sono stati adottati né provvedimenti limitativi dei contatti del detenuto all’interno del carcere né il suo trasferimento in altra struttura carceraria. Infine, Nordio fa sapere che il Dap ha confermato che presso la casa circondariale di Salerno risultano in servizio due agenti di Polizia Penitenziaria che ricoprono la carica di consigliere comunale, di cui uno appartenente al gruppo del Partito Democratico e l’altro alla lista civica “Il Quadrifoglio” ma, allo stato, non sono state emerse circostanze che possano aver compromesso il regolare svolgimento delle indagini, visto che non sono stati rilevati atti o comportamenti anomali da parte di Alfieri.